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Piante officinali
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Ninfea

ninfea

 

Nome : Ninfea comune
(Nymphaea alba)

Famiglia
Nympheaceae.

Habitat
Acque tranquille abbastanza profonde, lame, lanche, canali e anse a corso lento
dal mare al piano submontano.

Morfologia
È una pianta erbacea perenne a riposo invernale con rizoma carnoso, grosso e lungo, munito di numerose radicole, strisciante sul fondo. Le foglie sono ovaliformi a margine intero, cuoriformi alla base con seno stretto, grandi, pianeggianti o leggermente ondulate, coriacee, galeggianti e di color verde scuro sulla pagina superiore; da giovani, ancora immerse, sono avvolte su se stesse. I piccioli fogliari e i peduncoli fiorali sono cilindrici, lunghi, flessibili e muniti di sacche e di tubi aeriferi per meglio far galleggiare le
foglie e i fiori. Questi sono solitari, bianchi, grandi, peduncolati, natanti, di circa 10 centimetri di diametro. Compaiono da aprile a settembre; si aprono al mattino e si chiudono alla sera. Il calice è formato da 4 sepali verdi all’esterno, la corolla da molti petali spiralati attorno al calice carnoso. Gli stami sono numerosi, gli esterni petaloidei con antere gialle. L’ovario è semiinfero multiloculare con stimma piatto e raggiato. I frutti sono subglobosi, spugnosi e provvisti di molti semi protetti da arilli membranosi. È una pianta protetta; non si raccoglie. Si può coltivare come ornamentale in bacini poco profondi. L’uso, sconsigliabile perché non si conosce bene l’azione farmacodinamica, non sembra privo di pericoli, soprattutto a livello della pressione sanguigna, dell’apparato cardiocircolatorio e respiratorio. D’altra parte, a tutt’oggi, mancano dati certi per farne un uso razionale. Le notizie su questa pianta fanno parte, in mancanza di studi qualificati recenti, della storia dell’erboristeria e delle tradizioni popolari. Attualmente, proprio a livello popolare, è scomparso il consumo. Si legge nell’Istoria civile e naturale delle pinete ravennati (1774) del conte Francesco Ginanni: "Nell’acque stagnanti della Pineta di Classe fu essa tratta col fiore e a me portata nel mese di luglio. Le sue radici sono davvero un refrigerante, conviene a tutte le infiammazioni de’ visceri ed alle febbri ardenti. Viene riportato nelle Effemeridi di Germania, che molti infermi di febbre terzana restano risanati con l’applicazionesotto le piante de’ piedi di tali radici tagliate pel lungo. Qualche esperienza ne ho fatta fare con esito poco felice". H. Leclerc nei Lineamenti di Fitoterapia scrive: "Plinio la raccomandava come rimedio contro le insonnie erotiche".

Parti da raccogliere
Fiori, rizomi.

Epoca di raccolta
Fiori: primavera-estate.
Rizomi: settembre-ottobre.

Parti usate Fiori, rizomi.

Principi attivi
Ninfeina, nufarina, glicosidi, resine, tannini e amido. Agli alcaloidi ninfeina e nufarina sembrano dovute le proprietà anafrodisiache, mentre ai tannini quelle astringenti e antinfiammatorie de’ visceri descritte dal Ginanni.

Proprietà
Astringenti, sedative, anafrodisiache e per via esterna decongestionanti. A proposito della ninfeina, Leclerc nel lavoro citato scrive: "forse appartiene alla classe dei nicotinici depressori, la maggior parte delle reazioni che manifesta si può spiegare in un potere paralizzante gangliare. La sua azione anafrodisiaca potrebbe essere una conseguenza di questo potere sedativo midollare risultando probabilmente della sua trasformazione in aldeide cinnamica: peraltro, la droga è un anticonvulsivante potente con il vantaggio di rimanere uno stimolante cardiaco e respiratorio". È una pianta da escludere per queste proprietà e per altre, oggi appena intuibili perché non non ancora completamente chiare, dall’uso famigliare. Si deve tener presente che, quando si ricorre a una pianta, serve l’assoluta certezza del beneficio che può apportare. In caso di dubbio è sempre meglio soprassedere.

Preparazioni
Una volta si ricorreva al decotto come bevanda astringente nelle affezioni diarroiche. L’uso popolare è scemato fino a scomparire.

Cosmesi
Fiori.

Funzioni
L’infuso, per il suo contenuto in acidi tannico e gallico, può recare qualche giovamento, come lozione, sulla pelle grassa. Il beneficio è molto scarso; vi sono altre piante di interesse cosmetologico dotate di maggiore efficacia.

Alimentazione
Bocci, rizomi, semi. solo cotti

Elaborazione
L’innamorato raccoglieva un bocciolo al momento della fioritura, annodava un
fiocco rosso al gambo e lo donava alla propria ragazza come pegno di amore e di
passione.